Che i paradisi fiscali siano stati utilizzati dai grandi capitalisti, italiani e non, non è affatto un segreto. Basti pensare al recente scandalo che ha coinvolto Panama, un paradiso fiscale per definizione, nonché una zona offshore che tutt'ora è tra le più sfruttate al mondo. Tuttavia, come è possibile che dei Paesi così piccoli come il Panama, il Costa Rica, la Repubblica Dominica, o persino le stesse isole Vergini, offrano dei servizi così propositivi ai fini della loro economia? Il tutto avviene grazie alle leggi dei rispettivi Stati. Le normative annullano i carichi fiscali agli investitori esteri, permettendo loro di sfruttare le apposite condizioni particolari. Questo, unito al fatto che spesso si tratta di territori particolarmente appetibili, permette la crescita economica dei Paesi citati grazie al capitale che viene accumulato per mano degli stessi investitori. Inoltre, questi possono godere anche di un altro fatto: l'anonimato. Difatti, proprio per via di leggi specifiche regolano gli investimenti nei paradisi fiscali, questi non sono tenuti a rivelare i nomi degli investitori e le entità degli investimenti a organi di controllo internazionale. Eventuali grandi investitori, come direttori di aziende multinazionali, riescono così a sottrarre al proprio Stato diverso capitale depositandolo in una zona offshore, ovvero fuori dai controlli. Così sia lo Stato in questione, che potenzia la propria economia grazie ai fondi esteri, sia l'investitore stesso riescono a raggiungere dei risultati sorprendenti. I lati negativi di operazioni con cui vengono sfruttati i paradisi fiscali sono principalmente due. La prima riguarda l'economia mondiale. Difatti, attraendo il capitale verso pochi territori si verifica un fenomeno che gli economisti chiamano localizzazione dei fondi. In via pratica i soldi vengono tolti dal grande circolo economico per depositarsi solo alcuni territori. Questo, ovviamente, influisce negativamente sull'economia globale, specialmente su quei Paesi che rientrano nel novero dei paradisi fiscali. Per questo la comunità internazionale, composta per lo più da Stati con un'economia di mercato, stanno progettando sanzioni da applicare ai paradisi fiscali. D'altro canto, la localizzazione dei soldi permette la crescita di organizzazioni mafiose particolari, le quali sfruttano le condizioni di prosperità economica e di pochi controlli, nonché dell'anonimato, per i propri scopi. I paradisi fiscali, oltre a dividersi in quelli inseriti sulla black list e quelli sulla white list (queste due tipologie si differenziano per la quantità d'informazioni che scambiano con altri Paesi), si differenziano anche in base ai carichi fiscali applicati. In via genere si spazia dagli Stati con una pressione fiscale quasi nulla, salendo progressivamente verso quei Paesi, come la Svizzera, che verso gli investitori applicano carichi particolari e minimi, ma comunque presenti.
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