Ognuno valuterà i propri specifici rischi in materia di contribuzione, rimane il fatto che, tra liste 'black' o 'white', l'opportunità di pagare meno tasse è reale ed alcuni commercialisti sono abili in tal ambito. Fuga di capitali o liberalismo d'impresa globalizzato? In questa domanda si rivela comunque una contraddizione: per le multinazionali dell'economia mondiale, spesso, per aziende di caratura internazionale in grado di rendere in schiavitù interi stati, vale il fenomeno dell'investimento mondiale autorizzato dai grandi dell'economia stessa, ma la medesima libertà non è concessa a chi vorrebbe fare impresa in maniera liberale, ovunque ritenga opportuno farlo, sopratutto nei paradisi fiscali. Se la legge vale ed è uguale per tutti, questo concetto apprezzabile andrebbe comunque applicato, come lo è, non solo ai piccoli pesci finanziari ma anche agli squali alle balene dell'economia. In ogni caso, per coloro che volessero comunque investire o fare impresa nei paradisi offshore ed onshore, l'opportunità non di evadere il fisco, ma di ritrovare vie parallele per diminuire il carico fiscale, è pratica nella quale molti esperti in materia forniscono le proprie specifiche prestazioni. La premessa è che comunque l'evasione fiscale è punita dal codice di procedura penale Assodato ciò, ognuno è libero di muoversi con estrema possibilità di determinare rischi e candele e se il gioco vale la candela (ovviamente in piena libertà di considerazioni personali), le opportunità anche di frode al fisco trasferendo capitali nei paradisi fiscali è sotto gli occhi di tutti; in queste righe l'intento è solamente quello di mettere in risalto cronache e non suggerire strategie. Nel caso, ad esempio, dell'E-commerce, l'Italia determina una tassazione assurda se rapportata con i Paesi del resto del mondo e il commercio digitale online è una realtà dalla quale nessun paese può esimersi nel cercare di appartenere a questa attività commerciale. Se non cambiano le normative (solitamente a monte dell'evasione fiscale e della fuga dei capitali ci sono comunque sbarramenti normativi che impediscono il normale flusso monetario nel paese d'appartenenza per colpa di leggi troppo rigide), molti italiani continueranno a rivolgersi ai paradisi offshore soprattutto nella costituzione di società dedite all'E-commerce. Di fronte ad una tassazione estrema all'incirca del 65%, è abbastanza e relativamente normale vedere la costituzione non solo di una nuova società, ma di una società nei paradisi fiscali gemella e congiunta ad una società con sede italiana e la seconda trasferirà, di conseguenza, passivi e ricavi su quella straniera in un classico rapporto commerciale internazionale. In questo modo il capitale esce da una tasca per rientravi in altro modo sotto la luce del sole e con legalità. La società italiana si fa carico di tutto Considerando quindi due società, apparentemente diverse e individualmente non legate, ma in realtà appartenenti ad un unico titolare, la società italiana trasferirà in ogni modo possibile denaro, sotto voci particolari come pagamento di consulenze, costo di corsi d'aggiornamento, voci relative a viaggi specificamente a scopo aziendale, a quella residente nel paradiso offshore, un modo legale per trasferire denaro con voci di bilancio perfettamente legali, un giochino oramai abbastanza diffuso. Purtroppo, in attesa di leggi specifiche e rivlte alla riduzione di chi ancora vorrebbe fare impresa in modo onesto, a volte la volontà di sopravvivenza aziendale è superiore al sentimento patriottico.
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